
Quando stamattina ho appreso della morte di Davide Astori, difensore e capitano della Fiorentina, mi sono domandato come un ragazzo di 31 anni possa perdere la vita in questo modo. Non posso che pensare che il destino abbia voluto così, un destino così crudele da privare una bimba di 2 anni del suo papà. Un destino che ha tolto la vita ad Astori in una camera d’albergo, nel sonno, lontano dai suoi cari. Non nascondo di essere rimasto parecchio scosso da questa cosa, perché sono padre anche io, e perchè questo dramma mi ha riportato a qualche mese fa quando un ragazzo che conoscevo, un amico di gioventù, é scomparso in poco tempo. A confermare che la vita é una ed una sola, oggi ci sei e domani non ci sei più. A 31 anni non dovresti finire così, nemmeno a 42 come il mio amico. È ingiusto ma è quanto succede, nemmeno troppo sporadicamente. E allora bisogna vivere ogni istante della propria vita nella sua pienezza, senza pensare ad inutili cazzate che pesano zero rispetto a quanto vale invece la vita.
Riposa in pace.
(credits immagine principale corriere.it)
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Riccardo Quaglia

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